Camden Town Spice

Camden Town è un po’ così.
A metà strada tra la City ultramoderna e le derive urbane, il sobborgo londinese e il suo mercato permanente sono tappa obbligatoria del nostro breve soggiorno british.
 
 
Camden, come la chiamano loro, è tra le maggiori attrazioni turistiche della capitale eppure, al contempo, è da sempre la culla d'ogni vagito subculturale tra la gioventù di Sua maestà: street art, musica underground ed alternative style trovano qua energia e la massima libertà espressiva.
 
 
Il tempo, diciamocelo pure, passa un po’ per tutti (la mia prima visita qui, risale al lontano 1998), ma il mercato, come si suol dire, invecchia bene conservando quell’appeal degno del blasone che ancora lo lusinga.
Caleidoscopico esempio di odori, colori e rumori, si presenta come un labirinto di vicoli e cunicoli, con chioschi e bancarelle dappertutto e mercanzie d’ogni sorta.
 
 
 
C’è di tutto: abbigliamento seventies, oggettistica cyberpunk, arredi etnici, cianfrusaglie di matrice postmoderna, a volte smaccatamente kitsch, e molto altro ancora…
 
 

Ho letto, una volta, sulla serendipity del market ovvero sulla fortuna di fare felici scoperte e di trovare così, per caso, una cosa imprevista mentre se ne stava cercando un'altra.
Ebbene sì, questa è Camden Town… welcome!!!
 
Pittoresca e imperdibile la “giungla” del cibo da strada.
Decine di banchi, da ogni parte del mondo, danno vita ad uno show superbo, un’esplosione goduriosa di aromi, fragranze e tanto, tanto chiasso… un vero melting pot gastronomico!!!
Si parla di contaminazioni culinarie? Ecco, allora, le nostre amate spezie a irrompere sulla scena e a prendersi il posto d’onore:
- spolverate di zafferano iberico a ravvivare le paella;
- cumino e coriandolo immancabili nei manicaretti delle cucine levantine, che sfornano senza sosta felafel, kebab e tajine d’ogni tipo;
- curcuma, cardamomo, pepe, zenzero e compagnia bella (lemongrass, tamarindo, galanga, etc.) a profumare le golosità di mano orientale;
- vanigliacannella, regine indiscusse delle preparazioni dolci;
- il peperoncino, compagno fedele dei coloriti cucinieri sudamericani.

 
 
 
Ci sono braci fumanti ovunque, musica reggae a manetta e genti di tutti le razze, religioni e culture del mondo insieme. E' un bailamme, sembra un circo, e il mercato s'infiamma...
non si ferma, non c'è tregua e noi, come gli altri, siamo in trans (oddio ho le vertigini!), è un lussurioso spettacolo dei sensi, una forma tutta nuova d'ipnosi collettiva, a tratti mistica, simulacro d'un rito iniziatico e tribale dove sciamani dei fornelli, come in cerchio, sacrifican le "prede" per offrirle in pasto ai tanti adepti estasiati...
La tensione è irrefrenabile, è su allo zenit, ma non c'è nulla da capire, non qui e non ora fino all'imbrunire, alla catarsi... quando per un attimo rinvengo ed anche sullo Stables Market calano le tenebre.
Il silenzio è fragoroso e i carboni oramai esausti, come noi,  sbuffano stanchi, riposeranno soli fino all'indomani...
uh, è finita!!!
 
 
Il tipo della foto, un inglese doc, a suo tempo vaneggiava: “imagine all the people, sharing all the world”.
Beh, caro John, sai che ti dico, ancora molta strada c’è da fare... però da ste parti, e potete credermi, tutto pare ancor possibile e proprio le spezie, icone ignare di un mondo libero, possono darci il lusso di sognarlo perché…
 
Camden Town o solo Camden, come la chiamano loro, è un po' così.

Cheers.
 

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